Le Foto di Santa dal 1890


Vai ai contenuti

Menu principale:


Gianni Amico

Avvenimenti

Gianni Amico, l'utopia al lavoro
Sempre in cerca di una dimensione poetico-politica


ROMA - E' morto, dopo tre mesi di una grave malattia, il regista Gianni Amico. Era nato a Loano nel 1933. Era cresciuto a Genova dove aveva svolto intensa attività nel campo dei cineclub e dei Columbianum prima di trasferirsi a Roma e intraprendervi carriera di regista.
Nei giorni scorsi, mentre le agenzie davano notizia dei nuovo festival del cinema latino americano in corso a Trieste, é capitato più volte di pensare a Gianni Amico. Al giovanissimo Gianni Amico che trent'anni fa, a Santa Margherita, dirigeva Ia prima rassegna che di quel cinema fosse mai stata concepita in Europa. L'idea era nata a Genova, nell'ambito dei Columbianum appena fondato da padre Arpa, il quale l'aveva affidata operativamente ad un gruppo di ragazzi in gamba, fra cui, appunto Amico, ch'egli aveva conosciuto come battagliero frequentatore dei cineclub genovesi. Amico, che viveva allora a Cornigliano, faceva parte di un gruppo di giovani di sinistra, molto vivace intellettualmente, che avevano trovato nel cinema un fertile campo alla discussione. Amico le quattro edizioni della rassegna le due di Santa Margherita e le due di Sestri Levante con una lucidità e un'efficienza sorprendenti, con una maturità in cui coesistevano con naturalezza coraggio e diplomazia. Basta pensare a quel che Ia rassegna significò, non soltanto per gli autori e le scuole che fere conoscere da Torre Nilsson a Birri a Rocha, e il nuovo cinema brasiliano, e tutto il Bunuel messicano ma anche per i risvolti politici e i rapporti internazionali. Fu proprio Ia rassegna, tanto per fare un esempio, a segnare ufficialmente Ia fine dell'isolamento diplomatico di Cuba.
Ma intanto l'esperienza ai Columbianum e i i contatti con gli esponenti di molte cinematografie avevano spinto Amico a tentare Ia strada diretta della creazione. Nel '63 si trasferì a Roma fece subito un po' di tutto, dai cosceneggiatore all'aiuto regista. E l'attore: in "Prima della rivoluzione" di Bertolucci, dove impersonava un cinéphile delirante fanatico di Godard. Un personaggio di fantasia, ma neppurc tanto. Chi ha conosciuto Amico in quegli anni ricorda il suo appassionato, quasi febbrile, eppure raziocinante, discorrere di nouvelle vague, di Godard e della Varda. Per non parlare dei Fellini di allora (era stato uno dei primi a leggere Ia sceneggiature de ''La dolce vita", e ad entusiasmarsene). Sul set come regista arrivò grazie ad alcuni documentari. Uno dei primi che firmo fu "Noi insistiamo" (1965), di un disco di Max Roach (il jazi era un altro dei suoi grandi intéressi). Vennero poi i Lungometraggi, da "Tropici", girato in Brasile (1967), sull'odissea duna famiglia che emigra dal nord'est a San Paolo, a "L'inchiesta" ambientato in Liguria (1967), da "Central Park" (1972), realizzato a New York a "Le cinque stagioni" (1975) per il quale fece un breve ritorno "a casa": é Ia storia di alcuni ospiti dell'istituto per anziani di Coronata (attori Tino Carraro Gianni Santuccio, Isa Miranda, Carlo Romano, Laerte Ottonelli), per i quali la costruzione di un presepio diventa la costruzione dell'utopia. "Questo si che è un film político", dirá Amico in un'intervista. E niente meglio di questa osservazione potrebbe sintetizzare la sua personale ideologia.
Girò poi numerosi corto e mediometraggi per Ia tv, fra i quali una notevole ricostruzione del passaggio di Segantini a Manarola, nonché un altro film a soggetto, una commedia: "Io con te non ci sto piú" (1984) con Monica Guerritore. Ma sempre nel segno di quel credo che per lui era stato il cinema degli anni Sessanta.
Piero Pruzzo



data ultimo aggiornamento:1 Marzo 2008 | info@lefotodisanta.com

Torna ai contenuti | Torna al menu